In Italia, un dentista su tre è abusivo. Siamo di fronte a un’altra eccellenza nostrana, naturalmente tutta negativa. Non è uno scherzo, il rapporto dell’Eures «L’abusivo esercizio della professione medica e odontoiatrica» parla chiaro: al Nord sono abusivi il 48% dei dentisti (2.400 unità equivalenti), al Centro il 22% (1.100 unità equivalenti) e al Sud e nelle Isole il 30% (1.500 unità equivalenti).
Ma, nello specifico, quando si può definire un dentista abusivo?
Ad esempio quando non possiede il titolo di laurea o quando opera in uno studio che porta il nome di un’altra persona (qui, spesso, ci troviamo di fronte a prestanome). Abusivo è anche chi si spaccia per dentista dopo aver conseguito la laurea all’estero (se questa non è riconosciuta dall’Albo degli Odontoiatri d’Italia). A proposito di albo, è abusivo anche chi opera senza esserne iscritto o chi è interdetto (temporaneamente o perennemente) dalla prestazione del servizio, a seguito di condanne o provvedimenti disciplinari.
Come si riconosce un dentista abusivo?
Solitamente le loro parcelle sono inferiori a quelle dei professionisti così da attirare i pazienti facendo leva sul risparmio.